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Maschio

Ultimo Aggiornamento: 24/09/2012 15:14
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20/08/2009 13:41
 
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Per Talebanodimilano
I capitoli 3, 4, 5 , 6

CAPITOLO III
- Siiiii – urlai nel momento in cui Amanda era riuscita a farmi godere . Venni nella sua bocca e lei con ingordigia ingoiò tutto il frutto di quell’orgasmo.
Mi girai per vedere se quegli occhi che ci stavano spiando attraverso la fessura della porta c’erano ancora, ma non li ritrovai. Di chi fossero quegli occhi? Di Arturo che spiava la moglie spompinare il giovane nipote? Dell’aitante giovane che prima di me aveva leccato la pelle di Amanda?
Intanto Amanda stava finendo il suo lavoro e stava pulendomi con cura l’oggetto della sua eccitazione. La guardai meglio, era proprio una bella donna . Quel giorno indossava una minigonna bianca di lino che le copriva a fatica il sedere , un top blu che metteva in risalto le sue mammelle e un paio di sandaletti con tacco alto. Era una femmina, una macchina da sesso, l’icona del sesso nudo e crudo. Il mio cazzo tornò duro e lei se ne accorse, mi sorrise e mi disse :
- Pronto per la seconda ripresa? –
- Non so –
- Beh mi pare sia pronto –
- Ah parli del mio cazzo? –
- Si –
- Lui è sempre pronto –
- Modesto il ragazzino? –
- No, solo fortunato –
- Chissà come sono contente le ragazzine che ti porti a letto? –
- Si, di solito sono soddisfatte –
- Sempre più modesto – disse Amanda ridendo
- Penso che la mia arroganza ti piaccia, in fondo sei abituata ad un coglionazzo come mio zio – risposi sarcasticamente
- In effetti sicuro che tu sia suo nipote? Non vi assomigliate né fisicamente né caratterialmente! -
- Mah..sai colpa sua se da piccolo si ammazzava di seghe perché nessuna gliela dava –
- Si, so tutto, sono sua moglie no? –
- Si, e saprai che ancora oggi lo becco in mezzo alla pineta a guardare le coppiette che vanno in camporella la sera e si masturba come un vecchio guardone –
- Si, a volte in quelle auto che spia c’è sua moglie –
- Zoccola!
- Porco ! – mi rispose e in quel momento la presi tra le mie braccia e la spinsi contro il muro della stalla.
Mi guardò negli occhi e mi fece capire tutto. Quegli occhi mi fecero capire la sua voglia del mio cazzo, il suo desiderio di essere presa lì , di essere penetrata e di diventare ufficialmente la mia amante.
- Ha un cazzo ridicolo vero? – dissi riferendomi a mio zio
- Si, non mi fa godere per nulla – rispose con un’aria da troia di strada
- Quanto ce l’ha grande ? –
- Così – indicandomi il suo mignolo
- Mamma mia – risi
- Si, che pena che mi fa – aggiunse
- Ma scopate ancora ? –
- Abbiamo raggiunto un accordo –
- Tipo? –
- Che può farmi venire con la lingua, ma nessuna penetrazione tanto non lo sento –
- E tu a lui? –
- Nulla, si masturba da solo –
- Che coglione, manco un pompino o una sega si fa fare –
- Mi rifiuto, sembra un vermicello –
- Un lumagotto –
- Ahah, che stupido!!!
- Si, un lumagotto, quegli esseri arancioni che escono fuori quando piove e che fanno schifo –
- Si, diciamo che la metafora è adatta al cazzo di Arturo –
- Quindi ora… - e presi la sua mano e gliela misi sul mio cazzo .
- Ora… - rispose ansimando
- Ora che hai il mio cazzo in mano cosa ti sembra ? –
- Mmm, diciamo che metaforicamente parlando ho in mano una bella mazza di un vero uomo – dicendo queste parole il mio cazzo si indurì notevolmente.
- E cosa vuoi fare con questa mazza ? –
- Voglio essere dominata, voglio essere chiavata come quel coglione di tuo zio non può nemmeno sognare di fare – e mentre diceva queste parole avvicinò il mio cazzo alla sua vulva. Io le alzai la coscia destra e la minigonna si alzò in maniera da rendere visibile la sua passera ormai estremamente eccitata dalla situazione. Le misi la mia mano sulla sua passera e la guardai :
- Da oggi questa figa è solo mia –
- Siii – ansimò
- E se so che ti scopi qualcun altro o che masturbi quella mezza sega di mio zio io ti ammazzo –
- Nooo, non preoccuparti sono tua –
- Di chi sei? – gli urlai , fregandomene se qualcuno in quel momento potesse passare di lì
- Tua – disse con voce spenta
- Non ho capito –
- Tua – aumentò il tono della voce, mentre dirigevo il mio cazzo nella sua apertura vaginale
- Urla di chi cazzo sei, urla il mio nome !!! –
- SONO TUA!!! TUA !!! SONO TUA ROBERTO!!! TUA !! TUA !!! TI PREGO SCOPAMI !!!
Ed in quel momento il mio cazzo entrò per la prima volta nella figa di Amanda, la quale non era abituata a quelle dimensioni e rovesciando la testa dietro le spalle mi fece capire che dovevo continuare che avrebbe voluto raggiungere l’orgasmo più bello della sua vita.

( continua )



CAPITOLO IV
Fui definito da Amanda quel pomeriggio come la miglior scopata che avesse mai fatto nella sua vita. Mi raccontò poi che dopo una settimana dalle sue nozze , aveva già intrapreso relazioni extraconiugali a causa della vergognosa dotazione del marito. Mi raccontò che dopo un anno di matrimonio aveva avuto almeno una ventina di amanti ma solo dopo aver conosciuto il mio cazzo aveva capito che la sua estenuante ricerca del piacere era terminata quel pomeriggio. Ogni sera, ci incontravamo nella stalla e scopavamo come degli assatanati. Ogni giorno il suo piacere aumentava e diventava sempre più dipendente dal mio arnese tanto da definirlo la nona meraviglia del mondo in sintonia con ciò che dicevano in paese del suo sedere.
E anche quella sera che stavo tornando dal primo allenamento con la primavera del Chievo, Amanda mi aspettava in stalla indossando uno short di jeans scandaloso e una camicetta bianca legata con un nodo sul davanti. Appena la vidi , il mio cazzo capì che era giunto a casa e salì sull’attenti, mentre i capezzoli di Amanda induriti spingevano contro la camicia tesa che a fatica conteneva il decoltè.
- Ciao amore, com’è andato l’allenamento? –
- Bene, dubitavi? –
- Sempre il solito modesto – sorrise Amanda
- Beh sai quando entri in uno spogliatoio e sei più alto dei tuoi compagni di 10 cm, sei il più bello e soprattutto sei il più dotato…come ti aspetti che vada l’allenamento? –
- Immagino, ridotti tutti male questi maschietti calciatori? –
- Direi proprio di si, alcuni addirittura sono messi peggio di tuo marito Arturo –
- No, non ci posso credere –
- Si, si, ce n’è almeno un paio che sembrano ostrichette andate a male –
- Ahah, sempre azzeccate le tue metafore –
- Beh sai Amanda, il problema è che la colpa non è la mia, la colpa è la loro. Non ho deciso io di avere un cazzo più grosso della normalità degli uomini. –
- In effetti, dai vieni, ho voglia di fare l’amore con te! –
- Aspetta, sai ultimamente mi sento osservato mentre scopiamo e anche la prima volta che l’abbiamo fatto , sono quasi certo che qualcuno ci abbia spiato –
- E chi credi che potesse essere? Arturo? –
- Non lo so, ma se è Arturo, giuro che lo lego per il pisello e lo tengo appeso alla quercia che abbiamo dietro casa –
- Sempre il mio solito cattivone , amore ! –
- Mah sai anche oggi all’allenamento ho fatto lo stronzo –
- Che hai fatto? –
- Beh ho solo fatto sapere alla ragazza di un mio compagno di squadra poco dotato, che se vuole scopare come si deve sa a chi deve rivolgersi –
- Mi ecciti amore – e mentre lo diceva i meloni di Amanda in tutta la sua turgidità mi caddero in mano.
- Devo lavarmi e farmi una doccia , ti posso permettere una spagnola, ma solo se me la fai bene –
- Io per il tuo cazzo, farei ogni cosa – e mentre il mio cazzo spariva e riappariva tra la sua sesta, ripensavo a Martina e a come procedere per portarmela a letto.


CAPITOLO V
La colazione è un momento classico per un calciatore. La mia è più che abbondante : 3 uova al tegamino con sottiletta, un bicchiere di succo ACE , una tazza di caffè e un cornetto che alzo guardando mio zio dedicandoglielo ogni mattina visto che la sera mi spupazzavo la sua dolce mogliettina. Ormai credo che lo zio Arturo avesse capito che tra me e Amanda ci fosse una relazione ma faceva finta di niente. Non so se la persona che spiava dalla fessura dello porta della stalla fosse proprio lui, perché la certezza non potevo avercela finchè non l’avessii colto sul fatto, ma sicuramente sono convinto che Arturo non avrebbe mai mosso un dito, o proferito una parola ; il massimo che avrebbe potuto fare era spararsi l’ennesima sega della sua vita vedendo sua moglie finalmente soddisfatta e appagata sessualmente.
Presi l’autobus per andare all’allenamento pomeridiano e mentre percorrevo quella strada che mi avrebbe tenuto compagnia almeno per tutto l’anno, pensavo a quante persone fossero ridotte come mio zio. Ricordo che in passato avevo letto per curiosità su alcuni siti internet , che negli Stati Uniti era diffuso il cuckoldismo, ossia la pratica del concedere la propria moglie o compagna ad un altro uomo e di goderne di questo. Penso che il godimento derivi dal fatto di sentirsi umiliato ed inferiore rispetto ad un uomo in grado di far godere la propria donna.
- Si, zio deve essere proprio un cuckold – pensai tra me e me sorridendo.
Poi mi girai verso un vecchietto sulla settantina , magrolino , con una dentatura giallastra e gli dissi :
- Sei un cuckold!!! –
- Eh? – rispose chiudendo l’occhio destro
- Si, sei proprio un cuckold!!! –
- Che è cuckold? –
- Cuckold, tua moglie si fa fottere dal postino, dall’idraulico, dall’elettricista, dal pompiere e tu seghina , comprendi? –
- Eh? – rispose spalancando la bocca dal quale uscii un alito fetido di chi non si lava i denti da anni
- Cazzo, capisci perché sei un fottuto cornuto? – risposi incazzato
- No –
- Perché non ti tira più, perché probabilmente non ti è mai tirato, perché sei un ometto del cazzo che manco sa lavarsi i denti ! –
- Ma come si permette? –
- Si, dammi del Lei , lurido pezzente – mi alzai e scesi dall’autobus visto che ero arrivato alla mia fermata e mentre ripartiva , guardai il vecchio che era incollato al finestrino e gli mostrai il mio dito medio e lo mandai a fanculo verbalmente .
Ero stato un bastardo, lo ammetto, ma era già la seconda volta che per colpa di quel vecchio avevo respirato un’aria di merda per la sua malcuranza dentale.
Entrai nello spogliatoio e l’atmosfera era tesa. Mirko e Matteo mi lanciavano occhiate e sembravano quei soldati dei giornalini di Sturmtruppen con in bocca il pugnale, praticamente due coglionazzi , anche perché appena aprii bocca , capirono che non era giornata e anzi non sarebbe stata mai giornata per potermi dire qualcosa.
- Ragazzi, ieri pomeriggio avete capito che una cosa che non dovete fare con me è rompermi le palle – e mentre lo dicevo guardavo negli occhi Mirko – anche perché se c’è una cosa che non sopporto è che una mezza sega che non riesce a soddisfare la propria donna voglia rompermi questo momento bellissimo di giocare in una prestigiosa società di Serie A , capito? –
In coro tutti annuirono, tranne i due nemici che comunque incassarono senza replicare.
Ad un certo punto, un ragazzo si alzò e si avvicinò a me
- Ciao, sono Patrick – e sorrise
Lo guardai, era un ragazzo non molto alto, ma ben palestrato, capelli rasati e occhi scuri.
- Ciao piacere Roberto – gli risposi
- Sai ieri ho visto che gli hai detto alla ragazza di Mirko davanti a lui –
- Si? –
- Si, sei stato un grande –
- Beh questo lo so –
- Ahaha, sei un grande, davvero, hai sempre la battuta pronta –
- Sono le persone che ti mettono sul piatto d’argento le risposte che si meritano –
- Hai ragione –
- Ho sempre ragione –
- Sei un duro si vede, e penso che tutta la squadra ti vedrà come il vero leader vedrai –
- Beh a me poco mi interessa come mi vogliano vedere –
- Vuoi farti la Martina ? –
- Cosa? –
- Dai si vedeva che mentre umiliavi Mirko , la guardavi con desiderio –
- Beh è una bella ragazza –
- Si, in mano ad un pirla –
- E segaiolo aggiungerei – risposi sghignazzando
- Hai intenzione di provarci con la Martina ? –
- Penso che sarà lei a provarci con me, se devo essere sincero –
- Ahah, sei veramente un grande – rispose Patrick nell’istante in cui il mister ci chiamava in campo per l’inizio della seduta d’allenamento.
Mentre finivo di prepararmi , ricevetti un sms da un numero che non conoscevo
- TI ASPETTO DAVANTI ALL’ARENA IN CITTA’ STASERA ALLE 21, SPERO VERRAI. UNA TUA AMMIRATRICE –


( continua )



CAPITOLO VI
Erano passate le 21 e di quella famosa ammiratrice non vedevo l’ombra. Iniziai a pensare che fosse tutto uno scherzo ideato da Mirko e Matteo. Anzi non era il mio stile accettare un appuntamento così al buio, ma avevo accettato proprio perché pensavo ad una vendetta da parte di quei due minidotati dei miei compagni di squadra.
- Ciao bello – sentii alle mie spalle e mi voltai.
Mi trovai di fronte un’affascinante bionda sulla quarantina, capelli lunghi leggermente mossi , occhi azzurri , alta quanto me grazie a vistosi tacchi 12 , vestita con un abito da sera rosso fiammante e ricoperta da anelli , braccialetti che ad ogni suo minimo movimento creavano un piacevole suono armonico metallico.
- Salve, ci conosciamo? – risposi.
- Beh, ora ci stiamo conoscendo no? – e fece un sorriso.
- Si, grazie al c.. –
- Volgare –
- Io? E lei che manda messaggi ad un perfetto sconosciuto come potrei definirla? –
- Audace, provocatrice e ..il terzo aggiungilo tu.. –
- So che inizia con la t… -
- Devo prenderlo come un complimento? – rispose con una superbia mai vista in una donna.
- Si, certo –
- Bene, comunque mi presento, sono Sabrina –
- Bene, Sabrina ora so il tuo nome , penso che mi cambierà la vita –
- Eheh, ragazzo, la pazienza non appartiene al tuo carattere vedo? –
- No, credo che quando pioveva pazienza io ero in bagno a farmi l’arroganza –
- Si, vedo! –
- Comunque Sabrina , ora devo andare, è stato un piacere – e feci per andarmene per vedere la sua reazione.
- No , aspetta, non ti piaccio? – rispose con la preoccupazione che me ne andassi veramente
- Mah, sa posso scegliere di meglio –
- Stronzo ! –
- Si, lo so –
- Comunque sono Sabrina, la moglie del tuo allenatore – esclamò tutto d’un fiato.
- Ah ! – risposi sorpreso.
- Ora sai tutto di me, caro Roberto, vuoi fare la spia furbetto? –
- No, solo che non capisco –
- Cosa? –
- Come hai fatto ad avere il mio numero e perché mi hai contattato , anche se alla seconda domanda penso di avere già la risposta – dissi con tranquillità.
- Beh sono la moglie del tuo mister e quindi lui ha tutta la lista dei vostri numeri di telefono e alla seconda domanda penso che la risposta che immagini sia molto vicina alla risposta che dovrei dirti –
A quel punto la guardai meglio, era veramente una bella donna, ma pensai tra me e me che quella era la donna del mister. Il rischio di essere scoperto e di essere cacciato dalla squadra c’era, ma ero un uomo e soprattutto per me lei rappresentava l’ennesima sfida che avrei vinto, l’ennesima umiliazione che avrei inflitto ad un altro ometto che non era in grado di tenersi vicino la donna della sua vita. Sorrisi e le dissi :
- Ok, ma non mi sembra il caso di farci vedere qua con tutta la gente che c’è! –
- Non preoccuparti, ho l’auto qua nel parcheggio retrostante l’arena, andiamo –
La seguii e guardandola da dietro il mio cazzo si rizzò, aveva proprio un bel sedere e quel vestito ne esaltava le forme incredibilmente.
Arrivammo alla sua auto , una Audi R8 , salii sul sedile del passeggero e pensai che il mio allenatore fosse un gran coglionazzo e cornuto. Sabrina mi guardò e mi sorrise dicendomi :
- Ora ti porto in un posto dove nessuno per le prossime 12 ore potrà disturbarci –
- Ok, affare fatto – e guardai fuori dal finestrino mentre come una freccia Sabrina partì per questa destinazione misteriosa.


( continua )
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