Antica Grecia

In chat con l'amico

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    kalle691
    Post: 5
    Città: LUCCA
    Età: 55
    Sesso: Maschile
    CITTADINO
    00 02/11/2012 13:44
    Premetto di essere un inguarbile aspirante cuckold.
    Quella che sto per raccontarvi è una storia in parte vera e originale e in parte no.
    Tempo fa, per motivi di lavoro, sono stato qualche giorno fuori da casa.
    La sera in albergo, non sapendo cosa fare, facevo interminabili maratone su internet, sui vari siti a carattere cuck.
    Una di quelle sere, mentre ero in chat-msn, vango contattato da Massimo (amico mio e della mia compagna Alessia). Massimo, che abita vicino nella nostra stessa città, è single impenitente, con fama di saperci fare con le donne. Si dice che, da datore di lavoro, si sia fatto tutte le dipendenti, con massima soddisfazione di queste ultime (e forse di qualche marito).
    Devo dire che Massimo non ci ha mai provato con Alessia. Da aspirante cuck non nascondo di avere spesso pensato a Massimo come bull di Alessia.
    Quella sera, la nostra conversazione in chat prese una piega inaspettata. Dopo l'inizio relativo alle solite cose (soldi, lavoro, politica, etc), l'argomento principale diventò il sesso e, di lì a poco, Alessia.
    Massimo iniziò a fare domande sempre più personali, alle quali rispondevo tranquillamente.
    La cosa non mi dispiaceva.
    Dopo qualche tempo, ci salutammo.
    La sera dopo, alla stessa ora, ci ritrovammo in chat. A differenza della sera prima, iniziammo subito a parlare di Alessia. Il tono di Massimo era cambiato, era più perentorio.
    Massimo - dopo un pò di domande - mi chiese una foto di Alessia. Poichè avevo alcune foto nel pc, gli inviai un paio di foto della mia compagna in abito da sera.
    Massimo mi disse Alessia era una bella donna e mi fece i complimenti. Mi chiese se avevo delle foto in cui Alessia potesse essere apprezzata meglio.
    Capivo dove stava andando a parare. La cosa però mi piaceva.
    Decisi di inviare due foto di Alessia scattate al mare, delle quali una in topless.
    Massimo apprezzò molto la cosa. Nello stesso tempo, Massimo mi disse che però intendeva vedere qualcosa di più.
    A quel punto inviai a Massimo l'unica foto davvero osè che la mia comopagna avesse mai fatto. Era una foto scattata sul nostro lettone, in cui Alessia era nuda a gambe aperte. Era una foto fatta quasi per scherzo e che avevo promesso di non divulgare in alcun modo.
    Quelle sera decisi di mandare quella foto a Massimo (che nella mia testa era ormai il bull di Alessia).
    Massimo si eccitò molto per quella foto e mi sottopose a un vero interrogatorio sulla nostra vita di coppia, sulle mie fantasie, su quelle di Alessia etc. Dopo un pò di tempo, Massimo mi chiese se volevo finalmente vedere l'effetto che gli aveva fatto l'ultima foto della mia compagna.
    Detti il mio compenso ecitatissimo. Poco dopo, Massimo mi rispedì l'ultima di Alessia (quella in cui era a gambe aperte) ricoperta del suo sperma e col suo imponente uccello in primo piano, appoggiato sopra. Massimo aveva stampato la foto, ci aveva schizzato sopra e poi l'aveva rifotografata, con il suo arnese appoggiato sopra.
    E me l'aveva rimandata.
    A quella visione provai la sensazione di essere davvero cuck. Immaginai subito quel cazzone in bocca alla mia Alessia, o appoggiato sulla sua pancia ricoperta di sperma.
    Quella sera la conversazione finì lì.
    Per i restanti giorni, Massimo - tutte le sere - mi chiedeva notizie che io soddisfacevo, senza tacere nulla.
    Finiti i giorni di trasferta, tornai alla vita normale, cercando di non pensare più a quei giorni in cui la mia ragazza era stata al centro delle mire virtuali di Massimo ed era diventata un sweet.
    Mi scoprivo comunque turbato ed eccitato a pensare alla mia Alessia alle prese con l'attrezzo di Massimo .
    Ripensando alla foto di Alessia schizzata da Massimo avevo capito forse avevo giocato al gioco che il mio amico aveva predisposto fin dall'inizio. Farmi cpire che ero ormai pronto a vivere la mia storia cuckold. Ero davvero ossessionato, ripensavo sempre al cazzo di Massimo che affondava nella bocca, nella fica, nel culo di Alessia. Immaginavo Alessia coperta dello sperma di Massimo. Immaginavo all'arnese di Massimo - ormai svuotato - appoggiato sulla pancia della mia compagna. Anche solo il pensiero mi eccitava, mi eccitava terribilmente.
    Dopo qualche tempo, è successo quello che non volevo succedesse. O forse sì.
    Per caso, ho incotrato Massimo.
    CONTINUA
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    voyeur282
    Post: 60
    Città: BOLOGNA
    Età: 54
    Sesso: Maschile
    CITTADINO
    00 02/11/2012 15:53
    si
    molto bello continua...........
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    Pisellino300
    Post: 10
    Città: AIELLO DEL SABATO
    Età: 41
    Sesso: Maschile
    CITTADINO
    00 13/03/2013 23:38
    Ciao
    Aspetto di vederlo finito e poi lo leggo perbene
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    dragotr
    Post: 40
    Città: ROMA
    Età: 51
    Sesso: Maschile
    CITTADINO
    00 05/01/2014 16:37
    carina come storia...il seguito?
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    magariBI
    Post: 3
    Città: MILANO
    Età: 58
    Sesso: Maschile
    CITTADINO
    00 16/01/2014 12:09
    Come detto, per caso, incontrai Massimo. In fondo si abitava nella stessa città. Era difficile non incontrarsi mai.
    Le mie sensazioni nel vedere il mio amico furono contrastanti. Da una parte, mi sentivo perso e disperato. Mi sentivo sull’orlo di un precipizio dentro cui stavo per cadere senza potere fare più nulla. Dall’altra parte, nel vedere Massimo non potei fare a meno di ripensare alla sua dotazione appoggiata sulla foto di Alessia e pregustarmi uno spettacolo «dal vivo». A pensare queste cose, subito mi assalì la sensazione delle «farfalle nella pancia».
    Un dubbio comunque rimaneva. Massimo avrebbe rivisto in me il vecchio amico, dimenticando quelle serato in chat, dimenticando le foto di Alessia, dimenticando tutto quanto gli avevo detto sulle nostre fantasie etc.
    Oppure - al contrario - sarebbe ripartito proporio da lì, mirando a conretizzare quello di cui avevamo parlato.
    Lo sguardo di Massimo, quando mi salutò, mi tolse ogni dubbio. In lui vidi il ghigno del vincitore,vidi lo sguardo di chi ha teso una trappola e si sta per godere il suo successo.
    Nel salutarmi mi invitò a bere qualcosa al bar.
    Come al solito, il suo invito era perentorio. Non mi sognai di certo di rifiutare.
    Davanti a due birre si autoinvitò da noi. Mi disse che avrebbe avuto molto piacere a venire a cena da noi, anche per salutare Alessia. Pensò comunque subito di tranqullizzarmi e mi disse che non avrebbe fatto alcuna allusione alle foto ed alle nostre confidenze.
    Fingendo tranquillità gli dissi «nessun problema, ci vediamo domani sera da noi».
    Tornato a casa, parlai con Alessia del mio incontro con Massimo. Gli dissi, mettendola sul ridere, che il nostro amico era solo e che si era quasi invitato a cena da noi per la sera dopo.
    Alessia non ebbe nulla da obiettare. D’altra parte era anche amico suo. Non mi sembrò comunque troppo entusiasta della cosa. Forse si sarebbe ricreduta.
    Devo dire che, nonostante avessi quasi dato la mia compagna in pasto ad un amico, c’era una mia tranquillità di base. Sapevo infatti che Alessia era una ragazza senza grilli per la testa (anche se sapeva delle mie fantasie cuck). Massimo invece, al di là della sua facciata, si era dimostrato un vero porco. Se Massimo avesse esagerato o se la cosa non fosse piaciuta a Alessia, il problema l’avrebbe di certo risolto lei stessa, arginando la stuazione e riportando il tutto alla normalità.
    In un certo senso, avevo lasciato che la salvezza del nostro menage dipendesse da Alessia. La conoscevo e mi fidavo di lei.
    La sera dopo, Massimo venne da noi, verso le 20.
    Alessia era vestita in modo normale. Gonna e camicetta. Anche Massimo e io eravamo vestiti normalmente.
    In fondo eravamo nient’alto che tre amici che si vedono a cena. Che c’era di particolare?
    Io e Alessia eravamo seduti difronte. Massimo era tra noi, ad un lato del tavolo.
    La cena fu molto leggera. Massimo ben presto dette alla serata un taglio molto alcoolico. Massimo versava spesso da bere a me e a lei. Io e Alessia bevemmo abbondantemente. Massimo, invece, molto meno.
    Ben presto il clima diventò euforico. Massimo aveva ormai monopolizzato la serata. Alessia rideva alle sue battute. Tra loro si era già creata una certa complicità. Il sottoscritto invece era stato progressivamente relegato ai margini. La mia mente però stava vagando ed andava al colloquio in chat con Massimo e a quello che avevo visto e sognato.
    Un vero choc per me fu quando Massimo iniziò a parlare dei cuckold. Cominciò a raccontare dei mariti che si fanno scopare le mogli, ci raccontò delle dipendenti che si faceva regolarmente (con il consenso di qualche marito o fidanzato), ci raccontò di quando si era fatto fare una sega da un marito, ci disse che molti cuck avevano assaggiato la sua dotazione etc.
    A questi discorsi mi sentivo umiliato ma super eccitato. Alessia mi guardava, ogni tanto, e sorrideva. Mi sembrava divertita.
    Intanto però tutti e tre ci godevamo il corteggiamento di Massimo a Alessia. Sempre più chiaro.
    Avrei voluto (forse) dire qualcosa per fermare tutto. Ormai però ero «partito». L’alcool che avevo bevuto mi aveva fatto perdere i freni. La mia voglia vojeuristica voleva essere soddisfatta.
    Ero perso in questi pensieri, quando mi accorsi che Massimo, ormai da qualche aveva una mano appoggiata sul tavolo, ma l’altra era sparita. Inoltre, Alessia rideva un pò troppo rispetto alla qualità delle battute del nostro amico.
    Senza essere visto (anche perchè nessuno dei due mi guardava), feci cadere a terra un tovagliolo e mi chinai sotto il tavolo per racoglierlo.
    Ciò che vidi mi provocò una fitta nel petto. La mano di Massimo era appoggiata sulle gambe nude di Alessia, la quale nulla faceva per impedirlo. Il nostro amico sapientemente andava a toccare gli slip di Alessia in corrispodenza della fica. Il pacco di Massimo era gonfio.
    Di certo eravamo tutti e tre al settimo cielo. Alessia aveva abbandonato ogni difesa.
    Mi rialzai da sotto il tavolo, con la paura di essere stato visto da loro o di disturbarli. Il cuore mi batteva a mille.
    Massimo si accorse che mi ero chinato sotto il tavolo e rialzato (Alessia invece no) e mi rivolse uno sguardo fisso, diretto, beffardo.
    Ormai ero in balia degli eventi. Massimo si accostò alla mia compagna sussurrandole qualcosa all’orecchio. Alessia sorrise.
    Poco dopo, lei si alzò e disse che sarebbe andata in bagno.
    Io e Massimo rimanemmo al tavolo. Massimo aspettò che Alessia si recasse al piano di sopra, dove si trovano il bagno e le camere. Il mio amico mi disse «ora andrò anch’io in bagno. Te resta qui e aspetta qualche minuto. Se non ci vedi tornare a tavola entro dieci minuti, puoi venire a cercarci in bagno. Se non ci trovi in bagno forse puoi cercarci sul vostro lettone». L’ultima parte della frase mi provocò un’altra fitta allo stomaco. Io ero eccitatissimo. Non obiettai nulla.
    Massimo si alzò e si recò al piano di sopra.
    Io rimasi al tavolo, immerso nei miei pensieri e nelle mie fantasie. Ormai non ero più padrone di nulla. Dovevo solo attendere gli eventi. Quella situazione mi era completamente sfuggita di mano. Il mio amico Massimo e la mia compagna erano appartati al piano di sopra. Io ero solo. Iniziai a fantasticare e a farmi domande. Massimo - il mio/nostro amico Massimo - si sarebbe scopato Alessia - la mia compagna - direttamente in bagno? o si sarebbe accontentato di un pompino? oppure sarebbero andati in camera dal letto, la nostra camera da letto? ma poi cosa voleva dire quando parlava dei cuckold che vogliono andare con il bull? si riferiva anche a me? voleva fare assaggiare il suo arnese a tutti e due? o invece Massimo aveva fallito e Alessia aveva posto fine a quel gioco. Quest’ultimo pensiero mi fece incazzare e mi rese tutto molto chiaro. Mi resi conto, ora con certezza, che sin dall’inizio io speravo che Massimo si facesse la mia compagna! Lo avevo sempre sognato. Lo avevo sognato in quella serata in chat. Lo avevo sognato anche prima, quando avevo fatto di Massimo - nella mia mente - il nostro bull virtuale. Quando mi immaginavo cuck, nella mia testa era sempre stato Massimo a farsi Alessia.
    Immerso in questi pensieri, mi resi conto che da quando Alessia e Massimo si erano recati al piano di sopra era già passato un quarto d’ora. Nessuno era più sceso.
    Decisi di fare quello che mi aveva detto Massimo. Mi alzai dal tavolo, come un automa, e iniziai a salire le scale per andare al piano di sopra, portando automaticamente una mano sulla mia patta. Nella mia mente mi preparai a gustarmi la prima immagine che mi sarei trovato davanti aprendo la porta del bagno o della camera da letto. Quella immagine che di certo non avrei mai più dimenticato e che avrebbe sancito per sempre la mia condizione di cuckold.
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    magariBI
    Post: 3
    Città: MILANO
    Età: 58
    Sesso: Maschile
    CITTADINO
    00 16/01/2014 12:10
    Prima di arrivare in vetta alla scale, mi è venuto naturale pensare a come avrei reagito davanti all’immagine (quella tanto sognata prima immagine) che mi sarei trovato davanti.
    Cosa avrei visto? come avrei reagito? mi si sarebbe abbassato l’uccello (difficile) o sarei venuto quasi subito (probabile)? e loro cosa mi avrebbero detto? quale sarebbe stato il mio ruolo?
    Mentre salivo le scale, questi pensieri mi martellavano la testa. Il cuore mi batteva a mille. Avevo il cazzo durissimo.
    Per prima cosa decisi di andare in bagno.
    La porta era aperta. La luce era stata lasciata accesa.
    Mi stavo godendo ogni singolo momento di quella fantastica attesa.
    Controllai se - in bagno - ci fosse un qualche indizio, di qualche genere.
    Nulla. L’unica cosa, per così dire anormale, era appunto la luce accesa.
    E nell’aria uno strano odore.
    Spensi la luce del bagno e tornai in corridoio.
    Mi diressi verso la stanza da letto, la nostra stanza da letto.
    La porta era chiusa.
    Prima di aprire la porta, mi preparai ancora mentalmente. Non ho mai visto nessuno scopare del vivo. Stavo per assistere, per la prima volta, a uno spettacolo mai visto. Due persone che scopano. Non si tratta però di due persone qualsiasi. Si trattava di Alessia e del mio amico Massimo.
    Io sono il responsabile di tutto questo.
    Immagino di vedere lei che gode, lei che urla di piacere, come non ha mai fatto con me.
    Le fantasie sono finite.
    APRO LA PORTA.
    Lei è una troia. Lui è un porco. È un vero porco. Si sta fottendo la mia ragazza. Sono entrambi completamente nudi. In terra ci sono i loro vestiti, sparsi da tutte le parti.
    Li vedo di profilo.
    Lei è messa alla pecorina sul nostro lettone. Lui è nudo e la sta fottendo a uccello nudo. Non gli è nemmeno passato per la testa l’idea di mettersi un preservativo. Ma forse è colpa del desiderio troppo intenso, che ha fatto perdere la testa a tutti noi.
    Ormai il problema non si pone più.
    Mi stupisco della loro intesa sessuale. Ho scopato Alessia tante volte. Ma mai in qul modo.
    Devo dire che anche Alessia non è mai stata così calda ed eccitata.
    La monta è furiosa.
    Massimo ha un cazzo più grosso del mio. Lei gode rumorosamente mugola e geme. Non l’ho mai vista così.
    Le tette ballano sotto i colpi del bull.
    Ripenso a tutto quello che è successo in pochi giorni. Ricordo le mie fantasie, l’incontro in chat con Massimo, la foto di Alessia schizzata.
    Alla fine Massimo è riuscito a chiavarmi la donna.
    Si sono finalmente accorti della mia presenza.
    Mi guardano senza smettere di scopare. Nessuno dei due mi dice nulla.
    Decido di spogliarmi anch’io. Forse - in uno slancio di virilità - penso che Massimo mi cederà il posto o mi permetterà di partecipare ad un menage a trois. In fondo si tratta della mia compagna. Posso fare ancora quello che voglio.
    E comunque poi Alessia vorrà di sicuro assaggiare il membro del suo compagno.
    Appena sono completamente nudo, con il cazzo durissimo e in erezione, faccio per avvicinarmi ai due amanti.
    Nessuno dei due però mi considera.
    Ormai non c’è più spazio per me.
    Mi metto sulla poltrona.
    Sono nudo, su una poltrona, con il membro in mano. Sono cornuto. Irrimediabilmente cornuto.
    Resto inebetito a guardare la monta. Preferisco non masturbarmi. Verrei subito.
    Voglio venire insieme a loro.
    O meglio voglio venire insieme a lui. Alessia è venuta varie volte.
    Intanto hanno cambiato posizione. Si sono sdraiati. Massimo continua a prenderla da dietro, mentre la bacia furiosamente sulla bocca. Noto che la pelle bianca di Alessia ha varie arrossature, segno del trattamento subito dal bull.
    Ora Massimo è uscito dalla mia ragazza. Massimo si sdraia sul letto col suo uccello in erezione. Alessia si mette tra le sue gambe a succhiargli il membro, a leccargli i coglioni.
    Ogni tanto mi guarda. Ha capito che è quello che avevo sempre sognato.
    Ogni tanto accenna una spagnola.
    Poi - con l’uccello in mano - si avvicina al suo amante per baciarlo.
    Dopo una decina di minuti, Massimo prende Alessia e la sdraia sul letto per leccarle la fica, per prepararla ad un’altra monta.
    Si deve essere reso conto che la fica di Alessia è fradicia. Ha subito deciso di impalarla, lentamente ma con decisione, senza darle alcuna via di scampo.
    Lui la chiava con forza. Non «la chiava» o «me la chiava»: Masimo «se la chiava». Non lo fa per me, lo fa per sé, per il suo piacere e per quello di Alessia. Un bull sta montando la mia ragazza.
    Il cazzo mi scoppia.
    La troia comincia a fare qualcosa che non aveva mai fatto con me. Comincia a parlare e ad incitare il suo amante.
    «Spaccami, fottimi, porco, mi volevi, eh! sono la tua troia, solo tua, ti piace la mia fica eh»
    Sono in estasi. Per un attimo temo che Massimo voglia anche incularsela. Sarebbe la prima volta
    «Non fermarti, maiale, scopami».
    A quel punto, inizia a parlare anche Massimo. «Vedi cornuto come si fa? questa puttana bisogna scoparla così, come tutte le puttante». «Ti piace troia? dillo al tuo cornuto come godi».
    Alessia comincia a insultarmi «ti piace cornuto vero?»
    Oh, cazzo, godo. Impazzisco. Godo da morire.
    Massimo mi dice «cornuto, ti piace se la monto vero? dillo che ti piace»
    Con un filo di voce l’ho imploro. Sì, fottimi la donna, spaccala con il tuo cazzo enorme.
    Massimo intanto si prepara a venire (non se se lo aveva già fatto altre volte prima del mio arrivo).
    Vedo che inizia ad accelerare i colpi.
    Un attimo prima di venire, esce da Alessia.
    Vedo tre lunghi fiotti che la colpiscono la mia compagna sulla faccia, sulle tette, sulla fica.
    Senza chiedere il permesso, sfrega l’uccello sporco di sperma sulla fica di Alessia e lo infila dentro ancora, dando altri due o tre colpi.
    A questo punto si accascia sul letto a fianco della sua dama.
    Alessia si sposta su di lui. Iniziano a pomiciare.
    Questa immagine, mi dà il colpo di grazia e sborro anch’io. Un orgasmo doloroso a causa del lungo tempo in cui non mi sono sparato la sega. L’uccello mi fa male, ma il primo schizzo di sborra è così forte che mi colpisce il mento.
    Un orgasmo così intenso e prolungato non ricordo di averlo mai provato.
    Restiamo tutti qualche minuto zitti e fermi.
    Loro due sono stesi sul letto. Io sono sulla poltrona.
    Siamo tutti e tre nudi.
    Massimo si alza dal letto e viene verso di me.
    Mi dice di alzarmi in piedi.
    Vuole mettere il suo uccello a confronto con il mio.
    Mi dice di prendere in mano l’uccello che lo ha fatto cornuto.
    Alessia ci guarda.
    Temo che mi chieda di prenderlo in bocca. Superata la vergogna iniziale potrei forse fare quello che mi chiede.
    Poi mi dice «lasciami l’uccello. Devo andare».
    Alessia è ancora sul letto.